ll giorno di Santa Lucia è legato a tanti simbolismi religiosi e pagani che rendono questa festa molto sentita in tutto il mondo.

Vi invitiamo a Palermo per un interessante viaggio alla scoperta delle antiche tradizioni fino alle più famose ricette siciliane di arancine, panelle e crocchè.

 

Lucia era una bella fanciulla siciliana, nata a Siracusa nel 283 circa, figlia di un ricco nobile, nota per la sua  dolcezza e affabilità. Ella si accostò al Vangelo e decise di convertirsi al Cristianesimo mentre la sua famiglia era pagana. La fanciulla rifiutò di sposare un uomo, cui era stata promessa in sposa, poiché aveva deciso di prendere i voti.La sua famiglia cominciò a perseguitarla per convincerla a cambiare idea ma la sua irremovibilità le costò i suoi bellissimi occhi e, in seguito, la vita stessa. Si narra che un miracolo le restituì gli occhi e, da allora, Santa Lucia è considerata la protettrice degli occhi e della vista, e nel giorno del suo martirio, che cade il 13 Dicembre, in alcune città d’Italia, si pensa che porti i doni ai bambini meritevoli in groppa ad un asinello fedele compagno del suo lungo viaggio che si ripete ogni anno.

 

A Palermo il 13 Dicembre, giorno in cui si celebra la Vergine siracusana, si ricorda il “vetustu avvenimento”, che la Santa implorata dai palermitani afflitti da mesi di carestia, esaudì i loro desideri facendo arrivare nel porto un bastimento carico di grano. I palermitani affamati, per sfamarsi in fretta bollirono direttamente il grano senza “molirlo” per farlo diventare farina, e lo condirono solo con un filo d’olio, creando la base di quel dolce morbido e cremoso noto oggi con il nome di cuccìa. Da allora a Palermo ogni anno i devoti ricordano solennemente l’avvenimento, astenendosi durante tutto il giorno dal mangiare derivati della farina (pasta e pane) preferendo a questi riso, arancine, panelle, crocchè e cuccìa.

 

Superlative “perle dorate, orgoglio della rosticceria palermitana sono le arancine così chiamate poiché hanno la forma e la grandezza di piccole arance.

Non esiste bar o rosticceria di Palermo (sono famose quelle di un noto bar palermitano definite “teste di bambino” per la loro grandezza), in cui il 13 Dicembre in particolare (ma fortunatamente potete trovarle tutto l’anno) non vengano esposte in bella mostra delle rotondissime arancine dai gusti classici “accarne” (con ragù di carne) e “abburro” (con burro, mozzarella, e prosciutto) o dai gusti particolari : funghi, spinaci, melanzane, salmone, pesce spada, quattro formaggi, fino a prevedere persino una versione dolce al cioccolato che, superato il pregiudizio iniziale, merita uguale attenzione.

 

Ovunque la si cerchi, è certo, che non esista un' unica versione della ricetta delle arancine, rigorosamente al femminile emblema della rosticceria palermitana (da non confondere con gli arancini catanesi) su cui tantissimo è stato scritto e tantissimo, ancora lo sarà.

 

 

Venite a consumare il rituale delle “arancine di Santa Lucia” che per i palermitani ha una valore “magico” oltre che religioso.... 

 

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ARRIVA SANTA LUCIA: A PALERMO SI PREPARANO ARANCINE E NON SOLO

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