La presenza della Comuità di Ferrera Erbognone (PV) è antichissima. Negli anni scorsi lungo il corso del torrente Erbognone furono ritrovati alcuni reperti della tarda età del bronzo risalenti al 1300-1200 avanti Cristo. La nascita del borgo fa risalire all’epoca romana.
 
Le versioni sull’origine del nome sono discordanti: dal latino deriverebbe il toponimo Ferraria, per via di alcune vene di ferro presenti nel sottosuolo: così pensava lo storico pavese Siro Capsoni. Secondo altri, qui erano presenti alcune attività (ferraria officina) che lavoravano il metallo. Anche l’acqua avrebbe avuto qualità straordinarie, in grado di temprare il ferro (ferraria aqua).
 
Nel 1874, invece, Don Carlo Calvi sosteneva che Ferrera derivasse da Giove Feretrio, divinità del mondo romano che qui sarebbe stata adorata con particolare intensità. Anche nel Settecento padre Antonio Portalupi ipotizzava un’etimologia latina: Ferrera avrebbe sopportato (a ferendo) per lungo tempo le frequenti esondazioni del torrente Erbognone.

Il secondo toponimo, Erbognone, deriva chiaramente dall’omonimo torrente che attraversa il territorio comunale da nord a sud. Il corso d’acqua assume il nome Erbognone solo nell’ultimo tratto, proprio in territorio di Ferrera: più a nord è noto come Arbogna, dal nome gentilizio latino Albonius.

 
In alcune cartine topografiche del Settecento il borgo è individuato come Ferrera d’Arbogna. Molto spesso il paese è identificato anche come Ferrera Lomellina, come testimoniato ancora oggi dalla stazione ferroviaria della linea Pavia-Torre Beretti-Valenza-Alessandria, inaugurata nel 1862.
 
Notizie particolari dei suoi primi secoli di vita non se ne hanno: è fuori di dubbio, comunque, che il borgo fosse già sviluppato nella tarda età imperiale.

In epoca longobarda Ferrera Erbognone seguì le sorti di Lomello, vicinissima e influente. Lungo i secoli si arriva alla fine del primo millennio dell’era cristiana.  Le prime testimonianze di una comunità organizzata sono rappresentate dalla Chiesa di Santa Maria della Fede o di San Giacomo, di cui si è persa ogni traccia. Secondo le carte sorgeva nei pressi della ghiacciaia di via Giovanni da Ferrera.

Nel Medioevo il borgo fu quasi sicuramente fortificato: l’unica testimonianza sembra essere la casaforte che sorge nella parte orientale del paese, verso Sannazzaro.

 
Per un certo periodo, Ferrera fu feudo dei Sannazzarii: il borgo era già citato in documenti firmati da Federico I Barbarossa nel 1164 e da Enrico IV nel 1311. In un atto del 4 marzo 1316 si legge di un Francesco Sannazzaro de Ferraria. Nel 1395 a Praga l’imperatore Venceslao confermava il privilegio del territorio al ramo della famiglia noto come “Sannazzarii da Ferraria”. 
 
Nel Catasto pavese del 1250 sono citate anche alcune località del paese come MellendrariaDomus Marianorum: si può ipotizzare che il primo toponimo sia la cascina Malandrana, abbattuta circa trent’anni fa. Altri sostengono che il secondo nome sia da attribuire alla Confaloniera.
Per il resto, Ferrera seguì le sorti della famiglia aristocratica dei Malaspina, di cui rappresentò una parte del feudo dal 1431 fino all’arrivo dei francesi, alla fine del Settecento.
 
Alla metà dell’Ottocento i cittadini di Ferrera Erbognone assistettero in prima persona alle vicende risorgimentali.  In particolare, una leggenda vuole che il fantasma di un soldato austriaco ucciso in paese aleggi ancora sulle acque del cavo Quintone.  Alle guerre d’Indipendenza partecipò anche il generale di cavalleria Enrico Strada, nato a Ferrera nel 1820 e morto a Torino nel 1888.  Nella prima guerra d’Indipendenza del 1848-49 ricevette due medaglie d’argento: prese parte anche alla seconda guerra del 1859.  Nel 1866, durante la terza guerra d’Indipendenza, combatté a Villafranca caricando gli austriaci alla testa del Savoia Cavalleria: fu decorato di medaglia d’oro al valor militare. È sepolto a Ferrera nella tomba di famiglia.
 
Due gli eventi del Novecento assurti alla cronaca nazionale:

Nel 1902 il celebre brigante monferrino Francesco De Michelis, detto il Biundén, e il fido Moretto, al secolo Luigi Fiandi, uccidono il carabiniere Andrea Capoani e la guardia campestre Teodoro Baldi vicino alla linea ferroviaria. 

Nel 1912 un imponente sciopero di mondine porta all’arresto della “pasionaria” Maria Provera: questo fatto diede spunto alla nascita del famoso canto popolare “Il 24 di maggio a Ferrera”, noto anche come “La canzone di Maria Provera”.

 
 
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ALLA SCOPERTA di FERRERA ERBOGNONE

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