Il Lunedì di Pasqua di ogni anno vede, ancora oggi, il ripetersi di un' antica tradizione, anche se lo spirito non è più quello di un tempo. Lunedì 2 Aprile 2018 non farà eccezione e sarà di nuovo "Il Giorno del Bacio - Castrocielo".

Questa tradizione si perde nella notte dei tempi e viene tramandata di generazione in generazione. Giova ricordare che, dall' epoca in cui il Comune di Castrocielo si trasferì dall' alto del Monte Asprano, verso la attuale ubicazione del Centro Storico, si trasportarono nel nuovo nucleo urbano le reliquie già conservate nella Chiesa Madre di S.Maria Assunta in Cielo. Ciò avvenne nell'anno 1601, come ricorda una lapide posta al sommo del reliquiario esistente nella sacrestia della Chiesa Parrocchiale.

Da allora, ogni Lunedì di Pasqua, si torna processionalmente alla antica Chiesa Matrice nella quale si riportavano le antiche reliquie, prima che venissero asportate da mani profane nel corso delle invasioni verificatesi durante l'ultimo conflitto bellico ( 1940-45).

La cerimonia inizia di buon mattino e ciò non soltanto in previsione del lungo percorso montano che, per le sue frequenti asperità, impone lentezza ai pellegrini ed, ancor più, ai portatori della statua della Madonna, ma anche e soprattutto a causa di un primato che Castrocielo deve conservare.

Infatti anche il paese di Colle S. Magno, anch'esso derivato dal "Castrum Coeli", conserva una analoga tradizione processionale. Da tempo immemorabile, Castrocielo ha però il diritto di precedenza nella celebrazione delle sacre funzioni nella Chiesa Madre che è sul Monte Asprano; diritto che non vuole perdere, cosa che avverrebbe se la processione di Colle S. Magno arrivasse per prima.

A tale scopo, negli anni andati, i Collacciani (così son detti gli abitanti di Colle S.Magno) tentarono delle sorprese avviando la loro processione anzitempo ma i Castrocielesi, che hanno da sempre vedette in avanscoperta, non si lasciarono cogliere alla sprovvista e con mezzi alquanto energici, impedirono l' accesso in chiesa alla processione rivale.

Da tempo però, tutto si svolge in armonia; tuttavia, allorché la Processione di Castrocielo muove dalla Chiesa parrocchiale, molti paesani già sono avanti nel cammino, vigili sentinelle del loro primato.

Il corteo rinnova usanze antiche; la statua della Vergine, portata a spalla per la via montana, viene deposta due volte durante il percorso su apposite basi quadrangolari dette in dialetto: "posature", cioè "poggiatoi", fatti di pietre accostate a secco che ricordano le antiche are, da immemorabile epoca costruiti a sollievo dei portatori.

Giunta la processione a due terzi del percorso, essendo la statua deposta sul secondo "posature" ubicato al centro di una spianata marginale alla mulattiera, dalla quale la vista spazia ampiamente nella sottostante valle Iato ovest, ove il Castello di Roccasecca appare a quota inferiore e sembra piccino e par di toccarlo, il portatore dello stendardo (asta di circa cinque metri di altezza, recante un drappo di pesante tessuto serico ), compie il rito del Saluto al Santuario della Madonna di Monte Leucio, colle avamposto della catena degli Aurunci che delimita a sud la Valle del Liri.

Mentre la folla dei pellegrini è disposta tutta intorno alla spianata anzidetta e da parte degli accompagnatori del porta stendardo si raccomanda una rispettosa distanza con le frasi ripetute ad alta voce: "Fecete attenzione a gliu cape!", "State attente a gliu cape!" (la necessità della raccomandazione è spiegata dalla descrizione che segue), l'enorme e pesante asta viene lentamente abbassata dal portatore che, contemporaneamente, girando su se stesso, la sottopone ad un moto rotatorio lungo una traiettoria di un angolo giro più volte ripetuto del quale un' orbita, viene compiuta quando l'asta è in posizione pressoché orizzontale, trascinando in tale moto il drappo, gonfio come una vela al vento essendo fissato all asta anche nella sua estremità inferiore.

Poi lo stendardo, continuando a ruotare, rialza lentamente la sua cima, fino a riassumere la posizione verticale.

La processione riprende poi il suo percorso, al suono della banda, tra rinnovati canti di un popolo che fedelmente segue il sacerdote e la Statua della Vergine che procede verso I' alto, oscillando per le asperità della rupestre via che molti giovani e ragazzi abbreviano con percorsi trasversali ai tornanti per nulla preoccupati delle maggiori accidentalità del terreno.

All' arrivo della Processione, la vetta del monte è già popolata da una folla, per la maggior parte uomini, che hanno preceduto il corteo, sia per sottrarsi al lento cammino, sia per quella guardia al diritto di priorità di cui abbiamo già detto.

All'arrivo la Processione, pur incontrando quasi di fronte la Chiesa, entra in essa dopo averne compiuto il periplo secondo un' antica usanza forse di origine pagana.

Dopo le sacre funzioni, la folla passa dal rito sacro a quello profano della "colazione". Ciambelloni, detti dialettalmente "pigne", ciambelle, uova sode, salami, vino, vengono consumati in allegria. Un tempo, castagne secche riunite con uno spago nel quale erano state infilzate a mo' di rosario, costituivano una caratteristica oggi in declino per i mutati gusti, divenuti più raffinati e per l'elevato costo delle castagne..!

Mentre la consumazione del pasto è sul finire, muove verso l'alto la Processione di Colle San Magno lungo un percorso che si snoda sul versante opposto a quello salente da Castrocielo.

Uno studiato sincronismo, di antica tradizione, vuole che i Castrocielesi lascino la vetta con la propria Processione in maniera tale che le statue della Madonna dei due paesi, si incontrino al confluire delle due vie mulattiere e, nell'incontrarsi sostano, mentre i portatori le inclinano l'una verso l'altra: quasi si scambiassero un bacio !

Questo avviene tra il tuonare di mortaretti e dopo che lo stendardo di Castrocielo ha roteato ancora per salutare, questa volta, la statua di Colle San Magno.

Compiuta tale cerimonia, mentre un corteo si snoda verso il basso, l' altro continua nella ormai breve ascesa, verso la chiesa.

 

Così da secoli, i cittadini di Castrocielo e Colle S. Magno, ricordano la comune origine dei loro paesi. Così per sempre!!!!!!

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IL GIORNO DEL BACIO - CASTROCIELO 2018

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